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Femiani, idealista: “Dopo la Bce mutui a tasso fisso più convenienti del 30 per cento rispetto ai variabili”

08/03/2024 Autore: Floriana Liuni
Femiani, idealista:  “Dopo la Bce mutui a tasso fisso più convenienti del 30 per cento rispetto ai variabili”

 

 

Ancora fermi, come da copione, i tassi di interesse Bce. Nella riunione del 7 marzo 2024 la Banca Centrale Europea ha comunicato che “i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4%”, secondo le attese. Riviste al ribasso le previsioni per l’inflazione nel 2024, alla luce dei movimenti in discesa verificatisi negli ultimi mesi, ma la decisione rimane attendista in scia alle pressioni interne sui prezzi e ai dati sui salari. Prosegue intanto il movimento al ribasso dei tassi di riferimento sui mutui, che anticipano un prossimo calo anche dei parametri Bce, con conseguenze sulle rate dei finanziamenti per la casa. Ecco le valutazioni degli esperti di idealista/mutui.

 

I tassi Bce restano invariati, ecco perché

“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE, - si legge nella nota dell’istituto di Francoforte. - Nonostante l’ulteriore allentamento di gran parte delle misure dell’inflazione di fondo, le pressioni interne sui prezzi restano elevate anche a causa della forte crescita salariale. Le condizioni di finanziamento sono restrittive e i precedenti incrementi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione”

 

Inflazione e crescita, le nuove stime della Bce

Tra i dati evidenziati dal Consiglio Direttivo Bce ci sono le nuove proiezioni su crescita e inflazione. Per quanto riguarda quest’ultima, “Nelle ultime proiezioni degli esperti della BCE l’inflazione è stata rivista al ribasso, in particolare per il 2024, principalmente per effetto del minore contributo dei prezzi dell’energia. Gli esperti indicano ora che si collocherebbe in media al 2,3% nel 2024, al 2,0% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Anche l’inflazione al netto dell’energia e degli alimentari è stata corretta al ribasso, a una media del 2,6% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e del 2,0% nel 2026”.

Lato crescita, invece, l’Istituto di Francoforte ha “rivisto al ribasso la proiezione della crescita per il 2024 allo 0,6%; l’attività economica dovrebbe rimanere moderata nel breve periodo, per poi crescere dell’1,5% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026, sostenuta inizialmente dai consumi e in seguito anche dagli investimenti.”

Tassi di interesse, a quando il taglio? Il parere di idealista

Il focus della riunione Bce del 7 marzo, più che su un abbassamento dei tassi – alquanto insperato in questa occasione - era rivolto a cogliere i segnali inviati al mercato da Christine Lagarde. In attesa ulteriori sviluppi, è possibile farsi una prima idea, dando uno sguardo ai future sugli indici di riferimento per i mutui a tasso variabile, dal momento che i movimenti dell’Euribor anticipano spesso le dichiarazioni ufficiali di Francoforte.

“Analizzando il movimento delle curve, - spiega Fabio Femiani, responsabile idealista/mutui per l’Italia, - la frangia degli ottimisti che prevedeva una riduzione del tasso ufficiale di sconto già alla fine del primo trimestre 2024 ha dovuto rivedere le proprie previsioni. Analizzando i futures, emerge infatti che l'Euribor a 3 mesi potrebbe attestarsi intono all’area 3% entro la fine dell'anno, per poi abbassarsi ulteriormente verso quota 2,65% dopo la primavera del 2025.

Mutui a tasso variabile ancora alle stelle: che fare?

Lasciati invariati i tassi di interesse, il costo dei finanziamenti per la casa a tasso variabile restano ancora molto alti. “Di certo la situazione non è incoraggiante per coloro che possiedono un finanziamento a tasso variabile e che vedono ancora le proprie rate cresciute del 60% rispetto al primo semestre 2022, - commenta Femiani. - In attesa dei tagli, si può però ancora confidare sulla possibilità di trasportare a costo zero il proprio mutuo in un altro istituto, beneficiando di un tasso migliorativo tramite la surroga del mutuo”.

Le rate del mutuo dopo la Bce, quanto costa oggi comprare casa

Come cambiano, allora, le rate del mutuo alla luce della nuova tendenza al ribasso che si va impostando per quanto riguarda l’Euribor? Simulando un mutuo trentennale a tasso variabile da 200 mila euro con Euribor 3 mesi e spread 1,50%, l’evoluzione della rata da maggio 2022 (prima degli aumenti Bce) a marzo 2024 mostra ad oggi un ritorno ai livelli di settembre 2023, praticamente inalterato da inizio anno, vista la fase flat dell’Euribor, con una riduzione di 9 euro mensili (e 108 annuali) rispetto allo scorso novembre. 

Meglio un mutuo a tasso fisso o variabile? Le condizioni offerte dalle banche

“Circa le condizioni offerte dalle nostre banche partner per i mutui casa, - segnala infine Fabio Femiani, - abbiamo assistito in questi primi mesi ad offerte al ribasso sui tassi fissi, favorite dalla curva discendente dell’IRS. Ulteriori condizioni di risparmio, si incontrano nell’acquisto di immobili classificati “green”, data la volontà (in certi casi un vero e proprio obbligo) degli istituti di credito di riqualificare il comparto degli immobili a garanzia dei propri crediti. Oggi non è raro – soprattutto sugli LTV inferiori all’80% - incontrare tassi anche di in area 2,55%-2,75% per mutui di durata 25 o 30 anni. Riprendendo la simulazione precedente.

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